poveri cristi

martedì 26 febbraio 2008

Infanzia inconsapevole ...


A volte, quando non ho proprio un cazzo di meglio da fare, mi ritrovo a pensare ai tempi dell'infanzia, penso ai giochi, alle filastrocche e spesso trovo qualcosa che mi lascia perplesso.

L'altro giorno ad esempio, in un momento di relax, mi sono trovato a canticchiare fra me e me quella vecchia canzoncina:" Ambarabà ci ci cò cò, tre civette sul comò ...." chi non la conosce dai?!? L'abbiamo cantata per anni, sempre uguale, immutabile, ma scommetto che nessuno ha mai fatto caso al senso delle parole. In effetti a pensarci bene un senso neanche c'è, isomma tre civette che fanno l'amore con una figlia di un certo dottore il quale dopo si ammala, non fa molto senso. Chi sono queste tre civette? Sono tre ragazze carine e un po' stupide? In questo caso si parla di una grande lesbicata a quattro sul comò del povero dottore, che probabilmente trovatosi di fronte alla scena gli è venuto un infarto, ed è qui che si ammala. Oppure quelle tre civette sono tre uccelli notturni? In questo caso si aprono due ipotesi, la prima è che siano effettivamente animali e quindi la figlia del dottore si fa 'ste tre civette sul comò. Nella mia vita ho visto (in video fortunatamente) donne scopate da cani, asini e cavalli, ma da un volatile mai!! Non credo che sia possibile. La seconda ipotesi è che gli uccelli notturni vadano presi in senso metaforico come cazzi deambulanti notte-tempo. Per cui il dottore entra nel salotto, magari perchè gli è venuta sete durante la notte e deve passare di là per andare in cucina, accende la luce, e .... sorpresa!!! La figlia si sta facendo montare da tre baldi giovani sul comò. Il dottore si incazza, ma la figlia, avendo la bocca occupata non risponde, allora quello si incazza di più, si prende il solito infarto e si ammala. Morale della favola: la figlia lo prende e il dottore se ne fa una malattia.

Comunque sia la storia, non mi sembra certo roba per ragazzini questa!!!

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